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lunedì 17 giugno 2013

Arriva Tabina...


Tabitha è entrata nella vita della mia famigliola con l’inganno. Anche Anne-Sophie, ma con Tabby ho giocato veramente sporco.
Nella realtà di premeditato non c’è mai stato nulla. Correva l’anno 2006. Erano i primi di agosto. Mamma e papà erano già al mare da un po’, Arianna in Grecia con le amiche ed io a casa, in attesa di partire per la Provenza. E così, girovagando in rete entrai nel sito dell’Enpa di Milano con l’intenzione di fare una donazione. I fatti sono andati proprio così: il mouse è partito per i fatti suoi ed io mi sono ritrovata nella pagina delle adozioni. C’erano diversi micetti in cerca di una casina, ma la mia attenzione è subito caduta su una micetta di 4 mesi, ciechetta… Mrs Magoo.

Era così… buffa… era così dolce in quella foto… sembrava si fosse messa in posa.




La sua storia non era delle migliori: entropion oculare bilaterale, atassia cerebellare, doveva averne subite parecchie nella colonia dove è stata trovata.

Beh, sempre il mouse è partito ed io mi sono ritrovata davanti alla schermata del form dell’adozione. Compilarlo è stato facilissimo, qualche titubanza davanti alla domanda “altri animali in famiglia?”… dovevo parlare di Arianna o di Anne-Sophie? Bo’… risposi che avevo un’altra micia nera di un annetto e un acquario. Il giorno dopo mi telefonò Alessandra, una volontaria dell’Enpa per fissare un appuntamento. Era giovedì 3 agosto. Sabato 5, nel primo pomeriggio ero in via Gassendi per incontrare Mrs Magoo. Alessandra mi portò nella stanza in cui erano i mici. La mia piccolina (era davvero così piccola..) era nella gabbietta più in basso. Appoggiai la borsa per terra mi abbassai. La volontaria aprì la gabbietta. Questo scricciolino venne subito davanti alla porta, io misi davanti il mio braccio e lei iniziò a strusciarsi e a fare le fusa. Era un piccolo trattorino. Chiesi il permesso di prenderla in braccio ma me lo negarono. Capì poi che era a causa dell’atassia: tremava tanto e prenderla in braccio l’avrebbe destabilizzata, le avrebbe fatto perdere l’orientamento.

Partiì per le vacanze (una settimana scarsa) e confesso che furono pessime. Non facevo altro che pensare alla MIA micetta in quella gabbietta, non vedevo l’ora di tornare a riprendermela. Mi chiamò anche il neurologo dell’Enpa per darmi notizie di questa micia. Mi ricordo la sua domanda “e’ sicura di volerla prendere?!”… la risposta fu secca “non è neanche in discussione”. Era lei che con quella foto, con quel musetto, aveva scelto me… non l’opposto. La vera domanda da fare era: farà un affare quel micetto, con quei problemi di salute ad avere me come mamma umana? Sarò all’altezza? Mi saprò prendere cura di lei? Mah…

Andai a prenderla sabato 12 agosto. Usai il trasportino di Sophie, nella speranza di farla abituare all’odore della sorellina panterotta che avrebbe trovato a casa.



Prima passai a prenderle la pappa biologica. Dovevo nutrirla bene perché ne aveva viste tante e soprattutto… era proprio magretta. Niente Almo e niente Shesir per lei.  La scelta cadde su Natural Choice perché aveva più gusti nella linea kitten. Costava un botto, ma per la mia piccola principessina era ancora poco.

Ero così emozionata quando, dopo aver compilato i moduli dell’affido la volontaria dell’Enpa si alzò e mi disse “vado a prepararla”. Aspettai con il mio trasportino in un corridoio. La mia amica Francesca aspettava con me. Avevo il cuore in gola. Quando arrivò mi sembrò ancora più piccola di come la ricordavo, più magra… era proprio un ragnetto.

A casa passò due settimane nascondendosi dietro i cuscini del letto ed esplorando la scrivania. Per tranquillizzarsi si faceva le fusa da sola. Tremava così tanto che dovetti rinunciare alla ciotolina per il cibo e metterle la pappa in un vassoietto! La ciotolina mica riusciva a centrarla...

Dicevo che entrò nella vita della mia famiglia con l’inganno perché raccontai ai miei, che erano beati al mare, che avevo trovato una gattino cieco e non potevo lasciarlo in strada. Mio padre urlò come un disperato al telefono, gli partirono anche due parolacce, mi intimò di riportare il gatto dove lo avevo trovato… “Subito!!!! Miranda guarda, questa volta finisci fuori di casa tu ed i gatti! È chiaro?!?!?! Miranda!!!! Hai capito?!?!?! ripoprtala dove l'hai presa o te ne vai di casa anche tu!!!” Io naturalmente, recitai la mia parte “ ma papà, non posso è cieco, morirebbe…” dico recitare perché conosco bene i miei polli… potevano strillare quanto volevano, mentre se ne stavano al mare, ma tornati a casa, alla vista della dolcezza personificata, si sarebbero sciolti. Letteralmente liquefatti.
E così, infatti, andò.




Non scherzo e non esagero quando dico che adottare un micio è stata una delle cose migliori che siano accadute alla mia famiglia (che è già splendida di suo). In particolare Tabitha, che sulla carta sembrava sfortunella, è stata un grande affare. Lo dico davvero. La sua dolcezza, la sua attenzione per noi, il suo affetto… sono cose impagabili.

In questo periodo si è soliti parlare della campagna contro l’abbandono degli animali. Io non intendo farlo perché mi auguro che persone che anche solo ipotizzano di separarsi dal proprio animale non frequentino il mio blog. Nel caso ci siano, andatevene pure. Non siete graditi! Io voglio parlare dell’adozione di animaletti che hanno un deficit. Come Tabina. Io stessa avevo paura all’inizio di non essere in grado di aiutarla, ma mai paura fu più insensata. Non solo una micetta, come in questo caso, cieca e con disturbi cerebellari, è in grado di essere autonoma in una famiglia, ma è anche in grado di assumere il suo ruolo in questa famiglia! Eccome! Vederla trotterellare (Tabitha è un nome biblico, significa gazzella e vi assicuro che quando zompetta in giro per la casa la ricorda molto) allarga il cuore, non si direbbe non vedente tanto è sicura nei suoi spazi. E da quando ha acquistato sicurezza e sa di essere amata come pochi al mondo, non trema neanche più. Se siete in dubbio e state pensando di adottare un micio, prendete in considerazione anche questi gatti. Non è giusto che per dei pregiudizi siano sempre gli ultimi (se va bene) ad essere adottati. Se fate un giro sul sito dell'ENPA  trovate, nella sezione adozioni, Sporadora e Sorrento. Sul sito potrete vedere le foto e leggere la loro storia. Sono due gatti fantastici, molto socievoli sia con le persone che con gli altri gatti, che cercano e che meritano una casa. Fateci un giro. Potrete essere benedetti come è successo a me con la mia Tabina.



E nel farvi vedere Tabitha adesso (tutta la sua mamma, dorme sempre...) ne approfitto e vi mostro il mio lavoretto per Creando con Amore. Il tema del challenge di questo mese è POIS. Partecipate numerosi, il premio è la bellissima fustella di Kesi Art “nature” (l’ho scelta io ihihih).
Si tratta di una cornicetta rivestita con della stoffa avanzata da un lavoretto di mia mamma.



Il bottone è in ceramica, i fiori sono punchati Tonic e bulinati per dare tridimensionalità (Lalla docet). Le stecche di cannella (sono vere!!!) sono un atto dovuto visto che Tabby ne va matta. I colori scelti rappresentano le varie sfumature del suo morbidissimo e lucentissimo mantello.

Grazie per essere passati di qua

K&H

M!R